mercoledì 18 aprile 2012

Abissi - Materiale






Per resistere alla pressione di 100 atmosfere e nel contempo poter filmare, il nostro dispositivo di immersione avrà un oblò fatto di Plexiglas dello spessore di 35 mm.
Il batiscafo Trieste che il 23 gennaio 1960 discese nella fossa delle Marianne, stabilendo il record di immersione a 10902 metri, era munito di un blocco singolo di Plexiglas a forma di cono, unico contatto visivo con l'esterno dello spessore di 20,32 centimetri in grado di resistere alla pressione di 1000 atmosfere. A seguire alcuni cenni relativi a questo materiale che sarà per la riuscita della nostra impresa di importanza fondamentale.
Fonte Wikipedia:

"Il polimetilmetacrilato (in forma abbreviata PMMA) è una materia plastica formata da polimeri del metacrilato di metile, estere dell'acido metacrilico.
Chimicamente, è il polimero del metacrilato di metile. Nel linguaggio comune il termine metacrilato si riferisce generalmente a questo polimero.
È noto anche con i nomi commerciali di AcrivillDeglasLimacrylLuciteOroglasPerclaxPerspexPlexiglasResartglassVitroflexTrespex eSetacryl
Questo materiale fu sviluppato nel 1928 in vari laboratori e immesso sul mercato nel 1933 dall'industria chimica tedesca Röhm.
Di norma è molto trasparente, più del vetro, al punto che possiede caratteristiche di comportamento assimilabili alla fibra ottica per qualità di trasparenza, e con la proprietà di essere più o meno in percentuali diverse, infrangibile a seconda della sua "mescola". Per queste caratteristiche è usato nella fabbricazione di vetri di sicurezza e articoli similari, nei presidi antinfortunistici, nell'oggettistica d'arredamento o architettonica in genere.
Il PMMA è spesso usato in alternativa al vetro. Alcune delle differenze tra i due materiali sono le seguenti:
  • densità di 1,19 g/cm3, circa la metà di quella del vetro;
  • le lastre possono essere prodotte per estrusione (sigla XT) o per colatura (sigla GS);
  • ha un punto di rottura superiore al vetro ed inferiore al policarbonato;
  • è più tenero e sensibile ai graffi e alle abrasioni; a questo generalmente si ovvia con un opportuno rivestimento;
  • può essere modellato per riscaldamento (termoformatura) a temperature relativamente basse (ha temperatura di transizione vetrosa pari a 110 °C circa);
  • è più trasparente del vetro alla luce visibile;
  • a differenza del vetro, esistono alcune formulazioni che non fermano la luce ultravioletta (plexiglas GUV-T[1]);
  • è trasparente alla luce infrarossa fino a 2800 nm, mentre la luce di lunghezze d'onda maggiore viene sostanzialmente bloccata; esistono specifiche formulazioni di PMMA atte a bloccare la luce visibile e a lasciar passare la luce infrarossa di un dato intervallo di frequenze (usate, ad esempio, nei telecomandi e nei sensori rivelatori di fonti di calore).
Pezzi di PMMA possono essere saldati a freddo usando adesivi a base di cianoacrilati oppure sciogliendone gli strati superficiali con un opportuno solvente-diclorometano o cloroformio. La giuntura che si crea è quasi invisibile. Gli spigoli vivi del PMMA possono inoltre essere facilmente lucidati e resi trasparenti. Tuttavia gli incollaggi professionali vengono effettuati con colle a polimerizzazione da due a cinque componenti; la differenza di qualità con queste colle unita alla tossicità/carcenogenicità della maggior parte dei solventi di fatto va soppiantando le colle monocomponenti.
Il PMMA brucia in presenza di aria a temperature superiori a 460 °C; la sua combustione completa produce anidride carbonica e acqua.
Analogo al PMMA, ma con un atomo di idrogeno al posto del gruppo metile (CH3) che sporge dalla catena principale, è il polimetilacrilato, un polimero che si presenta come una gomma morbida"

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